La Repubblica di Weimar. Vita e morte di una società permissiva di Walter Laqueur 1°Ed.Rizzoli, 1977

€ 10

 

Numero annuncio
2696440
Descrizione
La Repubblica di Weimar. Vita e morte di una società permissiva di Walter Laqueur 1°Ed.Rizzoli, maggio 1977

In 8°, rilegato editoriale cartonata nera con in sovraccoperta "L'angelo azzurro di Marlene D.",
Pagine: 389;
Traduzione di Lydia Magliano;
Peso di spedizione: 0,525gr.
Titolo originale: Weimar. A Cultural History 1918-1933;
Dimensioni: cm.22,5x16;

Copertina rigida plastificata illustrata in policromia a tutta pagina, l'interno del volume, impreziosito da un'imponente apparato illustrativo e storico - documentale, presenta immagini in bianco e nero appena ingiallite ai margini, ma comunque perfettamente fruibili.

Panoramica del libro
Durante gli anni della Repubblica di Weimar (1918-1933) la Germania elaborò la prima cultura autenticamente moderna, le cui realizzazioni ebbero profondi e duraturi effetti in innumerevoli settori, dall’architettura al teatro e al cinema, dal pensiero sociale alla scienza. Fu il periodo dell’espressionismo e di Einstein, di Thomas Mann e di Bertolt Brecht, della psicoanalisi e del neomarxismo, della musica atonale e della Bauhaus, di Max Reinhardt e di Marlene Dietrich: anni quindi di vitalità creativa senza precedenti, ricchi di contenuti ma tuttavia non privi di contraddizioni intrinseche e di ombre inquietanti. L’evoluzione della Repubblica di Weimar, infatti, rappresentò in un certo senso la parabola della prima società permissiva della storia, che, forse proprio in quanto tale, produsse essa stessa gli impulsi che ne avrebbero provocato la violenta dissoluzione. Le strutture dell’establishment accademico rimasero sempre, nel loro complesso, sostanzialmente ostili alla Repubblica e a tutto ciò che essa rappresentava. Parallelamente alla cultura d’avanguardia e, in senso lato, « di sinistra », ne andò quindi gradualmente emergendo un’altra, di ispirazione contraria, rivolta contro tutto ciò che si configurava come « modernismo », assimilato in pratica al « bolscevismo » e con esso poi completamente identificato; e fu questa seconda cultura, che si richiamava ai valori dell’irrazionalismo, del sentimento, della « fede », a polarizzare intorno a sé strati sempre più vasti di un’opinione pubblica che istintivamente avversava gli innovatori fermenti politici e culturali e auspicava una società « ordinata » che esprimesse uno Stato « forte ». L’opera di Walter Laqueur costituisce la prima, penetrante indagine della « cultura di Weimar » nella sua globalità, intesa nel senso più ampio di vita sociale di quel complesso.
Città
Padova
Pubblicato
21.04.2024
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