SEGMENTI INTERIORI TRA CIELO ED ACQUA

 

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Descrizione
Mostra di Pittura e Poesia SEGMENTI INTERIORI TRA CIELO ED ACQUA di Patrizia Buracchi, a cura di Rita Carioti ● 14 Ottobre - 11 Novembre 2017 ● Loggiato del Palazzo Comunale 2° piano ● Piazza della Libertà n.1, Arezzo ● Da lunedì a sabato h 8:30 – 14:30 Martedì e giovedì h 8.30 – 17: 30 ● Inaugurazione della mostra sabato 14 ottobre 2017 ore 11:00.

Info: Rita Carioti - ph 3331153376 - ritapostaweb@alice.it
Ufficio del Consiglio Comunale - tel. 0575 377802 - a.mattesini@comune.arezzo.it


Patrizia Buracchi nasce ad Arezzo. Nel 1985 si laurea all’Università di Perugia. Dopo la laurea frequenta la Scuola di Scienze Religiose ad Arezzo e corsi di specializzazione post-universitari a Firenze. Segue vari corsi e laboratori di Scrittura Creativa tra cui quello con Simone Giusti “Vedersi vivere sulle sponde del nulla”. Lettrice appassionata ed attenta, si dedica anche alla scrittura. Alcuni suoi scritti vengono pubblicati in Antologie e Giornali tra cui la redazione di commenti su alcune opere di Virginia Woolf, Jane Austen, Tomas Hardy ed altri. Pubblica un breve romanzo e raccolte di poesie. Negli ultimi anni si interessa di Letteratura Erotica. Partecipa a diversi concorsi Internazionali di Lettere ed Arte ottenendo vari premi e riconoscimenti. Da anni è insegnante di Italiano Storia e Geografia nelle Scuole Statali Medie e Superiori nella provincia di Arezzo. Nutre da sempre un autentico e profondo amore per gli animali, specie per i gatti, che sostiene costantemente ed attivamente nell’associazione Lo Scudo di Pan. Di recente si dedica inoltre all’Arte della Pittura. Felicemente sposata con l’Insegnante ed Artista Tommaso Musarra con il quale ha vissuto, fino alla sua recente scomparsa, in Castiglion Fiorentino (AR).


Due poesie di Patrizia Buracchi :


INCERTEZZE PRESENTI
Chiara s’apre la laguna
S’alza il mare di lontano.
Dal torpore esalano immutate percezioni
nuovi segmenti tra cielo e acqua
dischiudono lo sguardo oltre.
La natura crudele talvolta
svolge ruoli predominanti
nell’esercitarsi recente di singole verità.
Si riassume il tempo
nell’impazienza di un momento
rubato, profanato.
Distrazioni strane sono i tramonti
pare che si perda l’essenza di noi

in vuote, incoerenti similitudini
riesumano l’asperità messe da parte.
Resta fermo tuttavia l’ordine
del prima e del dopo
del salire e dello scendere
dell’apparenza e del distacco
uguale a se stesso comunque divisione.

CIELO
Cielo sfumato di stelle
o
di nubi leggere come farfalle,
il tuo profilo
faccia seguito
sul mio viso.



La poesia e la pittura sono Arti che destano meraviglia e generano tumulto. Maggiore è il turbamento danimo dellartista, maggiore pare essere la resa di emozioni in grado di generare nel lettore o nel visitatore che, sempre in modo cauto e con doveroso rispetto, dovrebbero accostarsi a dei versi e a dei quadri. Più che un mestiere, quello del pittore o dello scrittore è un po come un servizio reso allumanità a cui illumina gli occhi con i colori e nutre lo spirito con i versi, perchè in fondo siamo tutti un po naufraghi, parafrasando le parole di Patrizia Buracchi.

Il Presidente del Consiglio Comunale di Arezzo
Alessio Mattesini


Quando diversi anni fa ho conosciuto Patrizia Buracchi, in occasione della mostra “Arte e Psiche” da me curata, alla quale l’avevo invitata a partecipare con sue poesie, l’impatto, il primo impatto che ho avuto, mi è sembrato quello di una persona introversa, complessa, enigmatica, molto critica con se stessa e un po’ spinosa. In seguito, nel tempo, conoscendola più a fondo si è rivelata essere molto più mite aperta e disponibile. Percepivo la sua natura di persona timida e modesta dall’anima profonda, esile, combattuta e riservata, che talvolta “riservava” delle sorprese. Oggi, a circa un anno dalla sua prematura scomparsa, nel desiderio di ricordare ed onorare la sua presenza, citando alcuni suoi versi. “… e per dare più spazio alla zona d’ombra che resta nascosta”, con questa particolare ed inedita esposizione voluta fortemente dal marito e artista Tommaso Musarra (che espone in mostra due sue sculture a lei dedicate), la più grande sorpresa che Patrizia mi ha riservato durante la cura della mostra, è stata quella di scoprire i suoi variegati ed inusuali lati artistici, ma soprattutto la mole di materiale da lei prodotto negli anni, venuto alla luce. Tutti coloro che conoscono Patrizia sanno che amasse immergersi nell’arte della scrittura, in vari aspetti contenuti e stili, ma nessuno immagina che dedicasse anche parte del suo tempo anche all’arte della pittura. Similmente ai testi poetici, le sue pitture si presentano avvolte in un’aura ovattata, solitaria, malinconica e surreale. In special modo, in questa serie esposta nella mostra, i dipinti riflettono il suo introspettivo ed etereo spirito. Attraverso labirintici ed onirici sentieri, natura, tempo, spazio, vita, amore e morte sono il leitmotiv di sottili osservazioni, solitarie riflessioni, amletici dubbi, tenaci affermazioni, enfatiche esaltazioni, spesso in perenne conflitto. Questi pochi frammenti e segmenti interiori non colgono certamente l’eclettica figura artistica di Patrizia Buracchi, ma solo un relativo aspetto, che tuttavia mettono in risalto la sua luminescente “luce”.
La curatrice
Rita Carioti


Patrizia nasce come poetessa e scrittrice di romanzi, ma il suo animo sensitivo e delicato l’ha portata a spaziare in tutti i campi dell’arte anche in quello del disegno, esprimendosi, fin da ragazza, con piccole creazioni a lapis e chiaroscuro, spesso copiate, che sapeva però rendere sempre molto personali. Da circa sei anni aveva iniziato ad usare la tela ed i colori ad olio inizialmente rappresentava paesaggi, poi via via è passata all’invenzione pura. Molto critica con se stessa, spesso distruggeva le opere finite che non la soddisfacevano. Era una sognatrice che mal si adattava alle minuzie della vita. Mite, riservata e sensibile, attenta ai particolari, era una donna forte e fragile allo stesso tempo, sospesa tra canto e disincanto, tra amore e morte. Le piaceva essere libera dalle catene dell’ipocrisia e non amava le etichette. Tra il 2013 e il 2014, durante un periodo di aspettativa presa dalla scuola, ha iniziato a produrre i quadri, in acrilico e olio su tavola, oggetto di questa mostra. In queste raffigurazioni ha raggiunto la sua maturità artistica, creando paesaggi da sogno, evanescenti, delicati. Se il destino non l’avesse fermata in modo drammatico ed improvviso, sicuramente avrebbe avuto modo di sviluppare ancora di più la sua creatività, ottenendo un elevato livello artistico, come lo aveva conseguito nell’espressione letteraria.

Il marito ed artista
Tommaso Musarra
Città
Arezzo
Pubblicato
19.11.2020
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